atmosfere vita artistica....ma se improvvisamente esisto,se d,improvviso vivo,tra i tuoi pensieri,vieni con me, alle radici dell,infanzia,e non so dirti come ma sappi che senza di te arte, torno a vivere addormentato new york vingari parole per i miei amici artisti cho ho conosciuto nelle vita artistica grazie. vingaribbo le storie reali d,amore non hanno mai conclusione, una storia d,amore vera è l,arte in ogni sua manifestazione.
surrealtà africana passione

giovedì 29 novembre 2012
Arte contemporanea e musei si schierano contro l'HIV con FAI I TUOI CONTI
Arte contemporanea e musei si schierano contro l'HIV con FAI I TUOI CONTI:

Fai i tuoi conti si intitola la nuova campagna di sensibilizzazione e comunicazione contro il contagio del virus dell’HIV. Ed è in arrivo in alcuni tra i principali musei d’arte contemporanea italiani, tra cui il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, la GAM Galleria Civica d‘Arte Moderna e Contemporanea di Torino, il MACRO Museo d’Arte Contemporanea, il MART Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto, il MUSEION Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano e il Museo del Novecento e la TRIENNALE di Milano.
L’iniziativa è stata organizzata dal fotografo Rocco Toscani a favore di NPS Italia Onlus, confermando l’impegno e la messa in gioco dell’arte contemporanea e dei musei in Italia, che si schierano contro l’HIV. In occasione del World AIDS Day 2012, la giornata mondiale contro l’AIDS che si terrà il prossimo primo dicembre, si è ben pensato di pianificare una campagna che parlasse di prevenzione ma anche di risparmio. FAI I TUOI CONTI sviluppa un concept importantissimo che parte dalla eclatante differenza tra il costo di un condom e la spesa a carico del Sistema Sanitario Nazionale di un malato di HIV, senza parlare del fatto che questo minuscolo gesto di prevenzione può risparmiare non una, ma più vite, dalla malattia.
Un triste primato quello della capitale meneghina, che dall’1 gennaio 2012 al 30 settembre 2012, ha dato notifica di 292 nuove infezioni da HIV in residenti milanesi, dato in aumento rispetto all’anno precedente. Una statistica preoccupante che conferma solo il fatto che c’è ancora molto lavoro di prevenzione da fare, soprattutto tra i più giovani, e tramite tutti i canali a disposizione, anche e soprattutto tramite quello diretto e visivo dell’arte. Potete seguire tutti gli aggiornamenti via social sulla pagina ufficiale di ALL Italia.
Fai i tuoi conti si intitola la nuova campagna di sensibilizzazione e comunicazione contro il contagio del virus dell’HIV. Ed è in arrivo in alcuni tra i principali musei d’arte contemporanea italiani, tra cui il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, la GAM Galleria Civica d‘Arte Moderna e Contemporanea di Torino, il MACRO Museo d’Arte Contemporanea, il MART Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto, il MUSEION Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano e il Museo del Novecento e la TRIENNALE di Milano.
L’iniziativa è stata organizzata dal fotografo Rocco Toscani a favore di NPS Italia Onlus, confermando l’impegno e la messa in gioco dell’arte contemporanea e dei musei in Italia, che si schierano contro l’HIV. In occasione del World AIDS Day 2012, la giornata mondiale contro l’AIDS che si terrà il prossimo primo dicembre, si è ben pensato di pianificare una campagna che parlasse di prevenzione ma anche di risparmio. FAI I TUOI CONTI sviluppa un concept importantissimo che parte dalla eclatante differenza tra il costo di un condom e la spesa a carico del Sistema Sanitario Nazionale di un malato di HIV, senza parlare del fatto che questo minuscolo gesto di prevenzione può risparmiare non una, ma più vite, dalla malattia.
Sull’AIDS sono stati fatti, negli anni, grandi passi avanti nella ricerca come anche nella comunicazione. Per questDichiara il fotografo Rocco Toscani e lo segue a ruota Rosaria Iardino, presidente onorario di NPS Italia Onlus che afferma:
campagna, mi è sembrato corretto l’atteggiamento di ALL di voler parlare di diritti secondo un’ottica anceconomica, e allora cosa meglio di dati numerici (e di spesa) che trasformino un’idea in un’immagine? L’attenzione che il mondo deve rivolgere alla prevenzione e all’economia sostenibile è grande e doverosa, FAI I TUOI CONTvorrebbe essere un piccolo aiuto.
Pensiamo che in momenti di emergenza economica sia giusto continuare a parlare di diritto alla salute, un’attenzione particolare alla sostenibilità. Un comportamento responsabile passa anche attraverso l’utilizzo profilattico e, oggi più che mai, conviene fare i conti. Un euro può farti risparmiare molto.Un progetto importante che oltre ad avere un forte impatto nel web coinvolge il mondo dell’arte contemporanea e dei poli museali. Una campagna di sensibilizzazione sociale necessaria, se pensiamo che è proprio di questi ultimi giorni l’allarmante notizia che vuole Milano come maglia nera per le infezioni da HIV.
Un triste primato quello della capitale meneghina, che dall’1 gennaio 2012 al 30 settembre 2012, ha dato notifica di 292 nuove infezioni da HIV in residenti milanesi, dato in aumento rispetto all’anno precedente. Una statistica preoccupante che conferma solo il fatto che c’è ancora molto lavoro di prevenzione da fare, soprattutto tra i più giovani, e tramite tutti i canali a disposizione, anche e soprattutto tramite quello diretto e visivo dell’arte. Potete seguire tutti gli aggiornamenti via social sulla pagina ufficiale di ALL Italia.
Arte contemporanea e musei si schierano contro l'HIV con FAI I TUOI CONTI é stato pubblicato su artsblog alle 07:33 di giovedì 29 novembre 2012. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.
martedì 27 novembre 2012
lunedì 26 novembre 2012
Frida 'Smoke and mirrors', in mostra l'universo intimo della Kahlo
Frida 'Smoke and mirrors', in mostra l'universo intimo della Kahlo:

Dietro al fascino che ispira la figura di Frida Kahlo c’è un immaginario visivo madido di atmosfere di vita vissuta e di colori, un’estetica forte che percorre per noi a ritroso – dalla tela alla vita reale, lo spazio, la presenza dell’artista nel mondo.
La Kahlo, che già soffriva di spina bifida, cominciò a dipingere autoritratti dopo un incidente subito in autobus.
La sua vicenda si dipana senza soluzioni di continuità dall’arte alla vita, ed è fatta soprattutto di carne e di stoffa, di abbigliamento ed accessori che incarnano emozioni.
‘Smoke and Mirrors: gli abiti di Frida Kahlo‘ apre i battenti in questi giorni a Città del Messico. In mostra ci saranno centinaia di vestiti ed oggetti che per oltre cinquanta anni (fino al 2004) sono stati sigillati nelle stanze chiuse della Casa Azul, casa natale, abitazione ed oggi sede del
Museo Frida Kahlo. Fantastici corsetti ortopedici, gonne, sottogonne, gioielli precolombiani (regalateli da Diego Rivera), abiti, scialli colorati, scarpe e memorabilia ancora intrisi del suo profumo e dell’odore di sigarette di cui difficilmente si privava.
Smoke and Mirrors: gli abiti di Frida Kahlo









Un’artista che è divenuta icona di stile cercando semplicemente di recuperare ed esprimere una propria identità, di costruire una modalità per mascherare (ma non nascondere) un grande dolore fisico ed emotivo e fisico.
Uno spirito creativo che è riuscito ad andare oltre le menomazioni e le amputazioni per esprimere la forza della vita senza nessuna esitazione.
Non è un caso quindi che, a quasi 60 anni dalla sua morte, Vogue Messico di novembre 2012 torna a dedicarle una copertina, così come fanno ogni mese decine di riviste in tutto il mondo. Non si celebra in questi casi solo un’icona di stile, ma il coraggio di una donna e di una vita vissuta nell’arte, senza limiti.




Dietro al fascino che ispira la figura di Frida Kahlo c’è un immaginario visivo madido di atmosfere di vita vissuta e di colori, un’estetica forte che percorre per noi a ritroso – dalla tela alla vita reale, lo spazio, la presenza dell’artista nel mondo.
La Kahlo, che già soffriva di spina bifida, cominciò a dipingere autoritratti dopo un incidente subito in autobus.
La sua vicenda si dipana senza soluzioni di continuità dall’arte alla vita, ed è fatta soprattutto di carne e di stoffa, di abbigliamento ed accessori che incarnano emozioni.
‘Smoke and Mirrors: gli abiti di Frida Kahlo‘ apre i battenti in questi giorni a Città del Messico. In mostra ci saranno centinaia di vestiti ed oggetti che per oltre cinquanta anni (fino al 2004) sono stati sigillati nelle stanze chiuse della Casa Azul, casa natale, abitazione ed oggi sede del
Museo Frida Kahlo. Fantastici corsetti ortopedici, gonne, sottogonne, gioielli precolombiani (regalateli da Diego Rivera), abiti, scialli colorati, scarpe e memorabilia ancora intrisi del suo profumo e dell’odore di sigarette di cui difficilmente si privava.
Smoke and Mirrors: gli abiti di Frida Kahlo
Un’artista che è divenuta icona di stile cercando semplicemente di recuperare ed esprimere una propria identità, di costruire una modalità per mascherare (ma non nascondere) un grande dolore fisico ed emotivo e fisico.
Uno spirito creativo che è riuscito ad andare oltre le menomazioni e le amputazioni per esprimere la forza della vita senza nessuna esitazione.
Non è un caso quindi che, a quasi 60 anni dalla sua morte, Vogue Messico di novembre 2012 torna a dedicarle una copertina, così come fanno ogni mese decine di riviste in tutto il mondo. Non si celebra in questi casi solo un’icona di stile, ma il coraggio di una donna e di una vita vissuta nell’arte, senza limiti.
Frida 'Smoke and mirrors', in mostra l'universo intimo della Kahlo é stato pubblicato su artsblog alle 13:02 di lunedì 26 novembre 2012. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.
Aborigeni sì, aborigeni no? Il dilemma dell'arte contemporanea in Australia
Aborigeni sì, aborigeni no? Il dilemma dell'arte contemporanea in Australia:

Sebbene archiviato dalla storia ufficiale, il percorso dei territori che hanno subito una colonizzazione culturale forzata è tutt’altro che concluso. Anzi, laddove la prevaricazione più brutale e l’imposizione dell’habitus dell’uomo bianco si sono fatti maggiormente sentire, lo scontro su ‘cosa è arte‘ è in pieno svolgimento. Non solo esistono differenze nella concezione delle categorie di arte e di artista fra l’universo tribale e quello postmoderno. A volte il sincretismo e la promiscuità hanno aperto nuove prospettive di elaborazione, soprattutto in un momento in cui la critica è particolarmente latente ed asservita alle logiche di mercato.
Una situazione interessante da questo punto di vista è quella australiana. Dopo aver considerato per molti anni gli aborigeni al pari delle bestie, e quindi incapaci di esprimere una cultura ‘alta’, negli ultimi decenni le gallerie d’arte nel paese dei canguri hanno aperto volentieri le loro porte ad artisti aborigeni o, meglio ancora, mezzosangue.
Ryan Presley - Luc Grogan




Uno di questi è Ryan Presley, che si è fatto conoscere grazie alla galleria Jan Manton Art di Brisbane (con la serie Blood Money in cui compaiono i capi indigeni sulle banconote) e nel 2010 ha vinto un premio di 10.000 dollari dall’ Artstart Council con cui ha potuto viaggiare in Australia Centrale per incontrare la sua famiglia allargata, i parenti di suo padre e il patrimonio aborigeno.
Ma Presley, che oggi ha 25 anni, il mese scorso ha lasciato la galleria Jan Manton, dopo che ha saputo che Lucas Grogan era stato invitato a partecipare ad una mostra. Grogan, 29 anni, vive a Melbourne ma proviene da una famiglia arabo-asiatica. Il suo è un lavoro molto eclettico, che va dalla street art ai piccoli oggetti, riutilizzando simboli e codici provenienti da molte culture. Fra queste c’è sicuramente l’arte aborigena, e gli stili decorativi come il tratteggio.
Tutto ciò evidentemente non piace a Presley, il cui atteggiamento è di difesa. Nel 2008 infatti un suo lavoro era stato escluso dalla Sydney Art Fair, dopo che si erano alzate anonime voci di protesta contro la presenza di arte indigena dentro ad una manifestazione di arte contemporanea.
Sebbene archiviato dalla storia ufficiale, il percorso dei territori che hanno subito una colonizzazione culturale forzata è tutt’altro che concluso. Anzi, laddove la prevaricazione più brutale e l’imposizione dell’habitus dell’uomo bianco si sono fatti maggiormente sentire, lo scontro su ‘cosa è arte‘ è in pieno svolgimento. Non solo esistono differenze nella concezione delle categorie di arte e di artista fra l’universo tribale e quello postmoderno. A volte il sincretismo e la promiscuità hanno aperto nuove prospettive di elaborazione, soprattutto in un momento in cui la critica è particolarmente latente ed asservita alle logiche di mercato.
Una situazione interessante da questo punto di vista è quella australiana. Dopo aver considerato per molti anni gli aborigeni al pari delle bestie, e quindi incapaci di esprimere una cultura ‘alta’, negli ultimi decenni le gallerie d’arte nel paese dei canguri hanno aperto volentieri le loro porte ad artisti aborigeni o, meglio ancora, mezzosangue.
Ryan Presley - Luc Grogan
Uno di questi è Ryan Presley, che si è fatto conoscere grazie alla galleria Jan Manton Art di Brisbane (con la serie Blood Money in cui compaiono i capi indigeni sulle banconote) e nel 2010 ha vinto un premio di 10.000 dollari dall’ Artstart Council con cui ha potuto viaggiare in Australia Centrale per incontrare la sua famiglia allargata, i parenti di suo padre e il patrimonio aborigeno.
Ma Presley, che oggi ha 25 anni, il mese scorso ha lasciato la galleria Jan Manton, dopo che ha saputo che Lucas Grogan era stato invitato a partecipare ad una mostra. Grogan, 29 anni, vive a Melbourne ma proviene da una famiglia arabo-asiatica. Il suo è un lavoro molto eclettico, che va dalla street art ai piccoli oggetti, riutilizzando simboli e codici provenienti da molte culture. Fra queste c’è sicuramente l’arte aborigena, e gli stili decorativi come il tratteggio.
Tutto ciò evidentemente non piace a Presley, il cui atteggiamento è di difesa. Nel 2008 infatti un suo lavoro era stato escluso dalla Sydney Art Fair, dopo che si erano alzate anonime voci di protesta contro la presenza di arte indigena dentro ad una manifestazione di arte contemporanea.
Aborigeni sì, aborigeni no? Il dilemma dell'arte contemporanea in Australia é stato pubblicato su artsblog alle 15:54 di lunedì 26 novembre 2012. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.
Giornalismo d’arte? meglio quello italiano.
Giornalismo d’arte? meglio quello italiano.:

© Micol Di Veroli per GlobArtMag, 2012. |
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Tag: arte contemporanea, articoli, giornalismo
I baffi migliori della storia dell’arte, un servizio su un elefante che dipinge, l’ennesimo tentativo di aiutare Ai Weiwei con il Gagnam Style effettuato da Anish Kapoor. Volevamo darvi qualche notizia d’arte contemporanea proveniente dal versante internazionale ma oggi abbiamo trovato solo questo.
Continua a leggere: Giornalismo d’arte? meglio quello italiano. (...)
Continua a leggere: Giornalismo d’arte? meglio quello italiano. (...)
Giornalismo d’arte? meglio quello italiano., pubblicato su GlobArtMag il 26/11/2012
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Tag: arte contemporanea, articoli, giornalismo
Tenete i bambini lontani dalla caccia!
Tenete i bambini lontani dalla caccia!:

"Manuel Belviso, il piccolo di 5 anni morto per un colpo accidentale partito dal fucile da caccia del padre è la settima vittima minore di età falcidiata dalle armi da caccia, dal 1 settembre al 24 novembre (4 i bambini morti e 3 i feriti). Pare non arrestarsi la macabra conta di questa stagione venatoria, nata sotto gli auspici di una maggiore attenzione, ma naufragata in un mare di sangue. "Non si risparmiano nemmeno i bambini. Inascoltati i nostri appelli mossi alle istituzioni.", dichiara Daniela Casprini, presidente dell'Associazione Vittime della caccia.
Prendiamo atto che la caccia in Italia non ha più motivo di esistere, in quanto incompatibile col vivere civile, fonte di continue tragedie ai danni anche di innocenti, ingestibile il comportamente dei troppi cacciatori che pensano di poter abusare della concessione dello Stato mettendo in pericolo la vita altrui e creando tensione sociale. Ci rivolgiamo alle madri e alle donne tutte, affinchè preservino i propri bambini da questo ambiente evidentemente causa di morte, dolore e di sopraffazione del forte sul debole. Lasciate che i bambini giochino a pallone e fate in modo che non si avvicinino alle armi, che sviluppino empatia e compassione per gli animali invece di massacrarli." Associazione Vittime della caccia
"Manuel Belviso, il piccolo di 5 anni morto per un colpo accidentale partito dal fucile da caccia del padre è la settima vittima minore di età falcidiata dalle armi da caccia, dal 1 settembre al 24 novembre (4 i bambini morti e 3 i feriti). Pare non arrestarsi la macabra conta di questa stagione venatoria, nata sotto gli auspici di una maggiore attenzione, ma naufragata in un mare di sangue. "Non si risparmiano nemmeno i bambini. Inascoltati i nostri appelli mossi alle istituzioni.", dichiara Daniela Casprini, presidente dell'Associazione Vittime della caccia.
Prendiamo atto che la caccia in Italia non ha più motivo di esistere, in quanto incompatibile col vivere civile, fonte di continue tragedie ai danni anche di innocenti, ingestibile il comportamente dei troppi cacciatori che pensano di poter abusare della concessione dello Stato mettendo in pericolo la vita altrui e creando tensione sociale. Ci rivolgiamo alle madri e alle donne tutte, affinchè preservino i propri bambini da questo ambiente evidentemente causa di morte, dolore e di sopraffazione del forte sul debole. Lasciate che i bambini giochino a pallone e fate in modo che non si avvicinino alle armi, che sviluppino empatia e compassione per gli animali invece di massacrarli." Associazione Vittime della caccia
Giornalismo d’arte? meglio quello italiano.
Giornalismo d’arte? meglio quello italiano.:

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I baffi migliori della storia dell’arte, un servizio su un elefante che dipinge, l’ennesimo tentativo di aiutare Ai Weiwei con il Gagnam Style effettuato da Anish Kapoor. Volevamo darvi qualche notizia d’arte contemporanea proveniente dal versante internazionale ma oggi abbiamo trovato solo questo.
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Giornalismo d’arte? meglio quello italiano., pubblicato su GlobArtMag il 26/11/2012
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La Gioconda e i dubbi sullo sfondo del ritratto più famoso al mondo
La Gioconda e i dubbi sullo sfondo del ritratto più famoso al mondo:

Si aprono ancora una volta i dubbi sullo sfondo del ritratto più famoso al mondo, la Gioconda di Leonardo da Vinci. La “colpa” è di due intraprendenti ricercatrici, una geomorfologa dell’Università di Urbino, Olivia Nesci, e la pittrice-fotografa Rosetta Borchia. Le due studiose sostengono che il paesaggio del dipinto in questione abbia una geolocalizzazione precisa, e diversa da quella ormai presa per ipotesi più vicina al vero, ovvero l’identificazione del paesaggio, famoso in tutto il pianeta, con i maestosi luoghi del Valdarno.
Olivia Nesci e Rosetta Borchia affermano che al contrario il discusso sfondo dell’iconico dipinto della Monnalisa è da individuare nella suggestiva location del Montefeltro, ovvero l’antico ducato di Urbino visto dall’alto della Valmarecchia. Un territorio vastissimo che oggi comprende le Marche, l’Emilia Romagna e in parte anche la Toscana. Le loro conclusioni e la tesi a sostenerle saranno presentate a dicembre, in un libro dal titolo Codice P, edito da Electa Mondadori.
Le ricercatrici dell’università di Urbino si sono servite, per arrivare a questa importante conclusione, dei dati storici che indicano la presenza di Leonardo in quei luoghi in quel periodo preciso, e di un aiutino della scienza, le analisi geologiche e geomorfologiche. Nel libro infatti saranno presenti più di 160 immagini tra foto aree, satellitari panoramiche e schemi geomorfologici a sostenere questa interessantissima tesi.
Leonardo dal canto suo non immortalò lo sfondo in modo lineare, la parte di sinistra del paesaggio è raffigurata più in basso rispetto a quella destra, proprio per questo l’intuizione degli addetti al settore che la sezione del dipinto sia stata integrata in una data postuma. Per le due ricercatrici invece, Leonardo da Vinci si servì della tecnica della compressione, uno schema di rappresentazione prospettica che prevede la sintetizzazione del paesaggio. Una scelta stilistica obbligata e comprensibile se pensiamo che il misterioso e affascinante territorio in questione è molto ampio, intere vallate di splendidi e silenziosi colli, impossibile da dipingere per intero in una tela dalle dimensioni così ridotte.
Via | Mauxa
Foto | Getty Images
Si aprono ancora una volta i dubbi sullo sfondo del ritratto più famoso al mondo, la Gioconda di Leonardo da Vinci. La “colpa” è di due intraprendenti ricercatrici, una geomorfologa dell’Università di Urbino, Olivia Nesci, e la pittrice-fotografa Rosetta Borchia. Le due studiose sostengono che il paesaggio del dipinto in questione abbia una geolocalizzazione precisa, e diversa da quella ormai presa per ipotesi più vicina al vero, ovvero l’identificazione del paesaggio, famoso in tutto il pianeta, con i maestosi luoghi del Valdarno.
Olivia Nesci e Rosetta Borchia affermano che al contrario il discusso sfondo dell’iconico dipinto della Monnalisa è da individuare nella suggestiva location del Montefeltro, ovvero l’antico ducato di Urbino visto dall’alto della Valmarecchia. Un territorio vastissimo che oggi comprende le Marche, l’Emilia Romagna e in parte anche la Toscana. Le loro conclusioni e la tesi a sostenerle saranno presentate a dicembre, in un libro dal titolo Codice P, edito da Electa Mondadori.
Le ricercatrici dell’università di Urbino si sono servite, per arrivare a questa importante conclusione, dei dati storici che indicano la presenza di Leonardo in quei luoghi in quel periodo preciso, e di un aiutino della scienza, le analisi geologiche e geomorfologiche. Nel libro infatti saranno presenti più di 160 immagini tra foto aree, satellitari panoramiche e schemi geomorfologici a sostenere questa interessantissima tesi.
Leonardo dal canto suo non immortalò lo sfondo in modo lineare, la parte di sinistra del paesaggio è raffigurata più in basso rispetto a quella destra, proprio per questo l’intuizione degli addetti al settore che la sezione del dipinto sia stata integrata in una data postuma. Per le due ricercatrici invece, Leonardo da Vinci si servì della tecnica della compressione, uno schema di rappresentazione prospettica che prevede la sintetizzazione del paesaggio. Una scelta stilistica obbligata e comprensibile se pensiamo che il misterioso e affascinante territorio in questione è molto ampio, intere vallate di splendidi e silenziosi colli, impossibile da dipingere per intero in una tela dalle dimensioni così ridotte.
Via | Mauxa
Foto | Getty Images
La Gioconda e i dubbi sullo sfondo del ritratto più famoso al mondo é stato pubblicato su artsblog alle 08:39 di lunedì 26 novembre 2012. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.
Ken Loach: “Tenetevi il premio, sfruttatori!”
Ken Loach: “Tenetevi il premio, sfruttatori!”:

© Micol Di Veroli per GlobArtMag, 2012. |
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Tag: Ken Loach, premio, rifiuto, torino
Ken Loach non parteciperà alla trentesima edizione del Torino Film Festival. Al celebre regista è stato assegnato il prestigioso Gran Premio Torino, ma lui non ha nessuna intenzione di accettarlo. Il motivo? Lanciare un messaggio di solidarietà ai lavoratori della Cooperativa Rear che sono stati licenziati…
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Ken Loach: “Tenetevi il premio, sfruttatori!”, pubblicato su GlobArtMag il 25/11/2012
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Tag: Ken Loach, premio, rifiuto, torino
Leah Yerpe
Leah Yerpe:

Magnifici disegni di Leah Yerpe…
Continua a leggere: Leah Yerpe (...)
© Micol Di Veroli per GlobArtMag, 2012. |
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Tag: Arte, arte contemporanea, artista, disegni, leah yerpe
Magnifici disegni di Leah Yerpe…
Continua a leggere: Leah Yerpe (...)
Leah Yerpe, pubblicato su GlobArtMag il 25/11/2012
© Micol Di Veroli per GlobArtMag, 2012. |
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Tag: Arte, arte contemporanea, artista, disegni, leah yerpe
sabato 24 novembre 2012
Le sculture di Kate MccGwire: la "metafora della piuma" in intrecci e forme ibride
Le sculture di Kate MccGwire: la "metafora della piuma" in intrecci e forme ibride:

Sembrano fotografie macro invece sono delle sculture. L’artista si chiama Kate MccGwire, lavora a Londra e da sempre ha condotto la sua ricerca raccogliendo migliaia di piume e trasformandole in sculture. Il 23 Novembre è stata inaugurata la mostra alla Galleria di Londra All Visual Arts, intitolata Lure e fino al 26 Gennaio possiamo immergerci tra le forme solo apparentemente familiari di volatili che hanno fermato il loro volo.








L’artista, che gioca con il concetto del dualismo, rivisita le forme naturali creandone di nuove e sconosciute che ci attraggono e respingono nello stesso tempo per l’organicità del materiale di cui sono composte. Le piume sono di specie diverse di volatili che affascinano perchè ognuno racchiude un significato metaforico e ognuno ha le proprie caratteristiche tattili e fisiche che rendono la scultura un prezioso oggetto da contemplare. L’ambiente in cui sono inserite ricrea quello di una “stanza delle meraviglie” dove sono esposte le più bizzarre e curiose forme in vecchie teche di vetro.
Da analizzare però non è questa strana fauna bensì il significato che emanano così sapientemente intrecciate. Se nelle serie precedenti troviamo piume di colombe, gazze e piccioni, qui protagonista è il piumaggio nero di un corvo dai riflessi violacei associato da sempre ai cattivi presagi, al senso della morte e alla complessa psiche umana. Nell’opera Stigma e Host avremo la sensazione di avere sotto gli occhi creature viventi imprigionate davanti ai nostri occhi, aggrovigliate per nascondersi, o pronte a spiccare il volo.
In realtà le opere di Kate MccGwire non fanno altro che farci confrontare con le cose dimenticate del nostro inconscio misteriose, inquietanti e dimenticate.
Foto| Dal sito della galleria All visual Arts di Londra.
Sembrano fotografie macro invece sono delle sculture. L’artista si chiama Kate MccGwire, lavora a Londra e da sempre ha condotto la sua ricerca raccogliendo migliaia di piume e trasformandole in sculture. Il 23 Novembre è stata inaugurata la mostra alla Galleria di Londra All Visual Arts, intitolata Lure e fino al 26 Gennaio possiamo immergerci tra le forme solo apparentemente familiari di volatili che hanno fermato il loro volo.
L’artista, che gioca con il concetto del dualismo, rivisita le forme naturali creandone di nuove e sconosciute che ci attraggono e respingono nello stesso tempo per l’organicità del materiale di cui sono composte. Le piume sono di specie diverse di volatili che affascinano perchè ognuno racchiude un significato metaforico e ognuno ha le proprie caratteristiche tattili e fisiche che rendono la scultura un prezioso oggetto da contemplare. L’ambiente in cui sono inserite ricrea quello di una “stanza delle meraviglie” dove sono esposte le più bizzarre e curiose forme in vecchie teche di vetro.
Da analizzare però non è questa strana fauna bensì il significato che emanano così sapientemente intrecciate. Se nelle serie precedenti troviamo piume di colombe, gazze e piccioni, qui protagonista è il piumaggio nero di un corvo dai riflessi violacei associato da sempre ai cattivi presagi, al senso della morte e alla complessa psiche umana. Nell’opera Stigma e Host avremo la sensazione di avere sotto gli occhi creature viventi imprigionate davanti ai nostri occhi, aggrovigliate per nascondersi, o pronte a spiccare il volo.
In realtà le opere di Kate MccGwire non fanno altro che farci confrontare con le cose dimenticate del nostro inconscio misteriose, inquietanti e dimenticate.
Foto| Dal sito della galleria All visual Arts di Londra.
Le sculture di Kate MccGwire: la "metafora della piuma" in intrecci e forme ibride é stato pubblicato su artsblog alle 08:00 di domenica 25 novembre 2012. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.
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grazie della visita e se volete scendete e visitate tutta la pagina grazie vingaribbo

con le amate yaruba
Informazioni personali
incontro con rossana caprari
con questo blogger vorrei testimoniare la mia ricerca con le parole della mia amica rossana caprari gia insegnante all,accademia ligustica e vissuta a londra: vngaribbo lavora nel suo studio che si affaccia sulla stradina,stipato di cose e di vissuto come le botteghe di antichi artigiani.le sue opere vi si assiepano come i personaggi dei suoi quadri,scaturiti da una sorta di uovo primordiale africano,sbalorditivo,come uno spazio originario e tutto-pieno. con discrezione ed estrema umanita mi ha presentato una ricchissima sfilata di abitanti di un mondo complesso, esseri che subiscono fantastiche mutazioni di identita: maschere dal doppio volto, animali singolari e la sua amata collezione di arte africana dalla quale attinge molta della sua creativita e vita artistica nonche il ricordo dei suoi viaggi nel mondo i suoi cololri.rossana caprari londra
la nave va.....

la nave va ,nella vita...... e nelle.....vite......!
atmosfera in studio

atmosfere
navigazioni olio 100x120 su masonite

in studio
a franca rossi e ricordi di infanzia

olio su pianoforte
con yaruba bianca la triste

in studio
venezia ricordi olio con cornice invasa
olio su masonite
san giorgio venezia

il mio amore per venezia
con ibo bianca

in studio atmosfere
studio per autoritratto olio acrilico

in studio
in studio tela e bafeke

olio e atmosfere
in studio

a piazza san marco venezia olio
in studio

colori
la regina punu

e gemelli yaruba
arte

mostra anguria
in studio

autoritratto olio su cartone
naess falcon

casa nel mondo
naess explore

una delle case nel mondo
collezione africana

maschere e dipinti
auto racconto olio 150x180 masonite

la vita
il medico della peste periodo surreale venezia

80x100 masonite
solitudine in barca

olio su cartone
la vita che se ne va...........

la vita
tutto passa
........tutto passa,tutto passa: anche tu, incanti del momento felicita e bellezza di un attimo.......... mario garibbo
da lucio martelli amico
..e autore di una pittura a mosaico, quasi un gioco da incastri ottico e cinetico(i movimenti degli occhi,dei visi che egli dipinge,per esempio) dove la tela si svincola dalla forma intesa e (fraintesa) come canone stilistico e la forma viene generata da vibrazioni emotive e da stilizzate gamme cromatiche.in vingaribbo ogni problema tecnico si risolve in un problema umano,con le forme suggerite dall,ambiente di collezioni di maschere e feticci africani che lo circondano e da elementi frammisti e i corpi ,i segni appaiono sezionati o mutili...lucio martelli ventimiglia
immagine giovanile atelie chiesa santa brigida

al lavoro x esposizione
segni africani

la mia africa
la mia africa

segni africani
gli attrezzi da lavoro

periodo surreale olio

lampada anni trenta dipinta vingari
i tre ponti dei miei genitori surrealtà

mario garibbo da poesie d,amore e il resto
fresca serata d,ottobre ma potrebbe essere qualunque altro giorno. fiero amore caduto. uno stagno d,acqua rossa e fiori rossi appesi al mio naso. ti penso, sono a terra su una terra rossa.
canzone d,utunno verlaine
i singhiozzi lunghi dei violini dell,autunno feriscono il mio cuore d,un languore monotono. tutto soffocante e smorto,quando suona l,ora, io mi ricordo dei vecchi giorni e piango; e me ne vo al tristo vento che mi porta, di qua e di là, simile a la foglia morta. paul verlaine poesie i corvi dall,oglio

a vingari
se fermi il tuo passo in un vicolo antico dove le voci dialettali scemano in litanie straniere puoi ascoltare l,armonia di tele che s,accendono di mille colori:puoi vedere figure che s,aprono verso nuovi orizzonti di emozioni.se fermi il passo in un vicolo antico puoi incontrare il volto........evaluna poeta
venezia

ttre ponti al mattino con nebbiolina

olio su masonite periodo surreale part.
fatina dell,infanzia
tu fatina ,bionda,dagli occhi verdi,dallo stele della mia infanzia,nell,erba secca con le cicale,sai oggi ho aperto il cassetto dei sogni,profumati e pensati e con sorpresa non ci sei piu,nemmeno tu.
amico giornalista lucio martelli e il grande gigi salvadori gia presentatore di radio montecarlo
.jpg)
miei amici sempre
bateke

africa
nutrimento per la mente
- jazz,cinema, arte contemporanea,letteratura poesia,,viaggi ecc
- fotografia arte
il saluto del manichino scontento

legno dipinto
il manichino scontento seduto in attesa

olio su legno astratto
se tu mi dimentichi pablo neruda nuova accademia
voglio che sappia una cosa.tu sai questo se guardo la luna di cristallo, il ramo rosso del lento autunno alla mia finestra, se tocco vicino alla finestra l,impalpabile cenere o il rugoso corpo della legna, tutto mi conduce a te,come se cio che esiste, aromi ,luce,metalli,fossero piccole navi che vanno verso le tue isole che m,attendono. orbene se a poco a poco cessi di amarmi cesserò di amarti poco a poco.se d,improvviso mi dimentichi, non cercarmi, che già ti avrò dimenticata.se consideri lungo e pazzo il vento di bandiere che passa per la mia vita e ti decidi a lasciarmi alla riva del cuore in cui affondo le radici,pensa che in quel giorno,in quell,ora leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra.ma se ogni giorno,ogni ora senti che a me sei destinata con dolcezza implacabile.se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi,ahi,amor mio,ahi mia, in me tutto quel fuoco si ripete, in me nulla si spegne ne si oblia,il mio amore si nutre del tuo amore,amata,e finchè tu vivrai starà tra le tue braccia senza uscire tra le mie . NERUDA
omaggio a neruda e alle sue poesie d,amore

olio su compensato
compagna di vita schiuma di mare

sfinge mio amaggio scultura
il dicembre del....costantino kavafis
se dell,amore mio non posso dire,nè parlo dei capelli,delle labbra, degli occhi-ma il tuo viso che tengo dentro l,anima, il suono della tua voce dentro il mio cervello.i giorni del settembre che mi spuntano nei sogni, parole e frasi plasmano e colorano d,ogni tema che offrono o idea che dico.kavafis
dove sei? di sergèj esenin
dove sei, dove sei, potenza di un tempo? vuoi alzarti e non puoi muovere la mano! giovinezza giovinezza, cone notte di maggio hai cessati di risuonare, come il ciliegio selvatico nella steppa della provincia! ecco affiora, sul don l,azzurro della notte, dolce odore di bruciato viene dalle secche boscaglie. spruzza calce dorata sulla casa bassa una larga e calda luna. sergèj esenin
zolle erbose poesia dada di picabia
l,intelligence de l,amour comme il n,est rien.j,essaierai san coquetterie l,amour de la faim et des èpluchurres infranchissables. francis picabia
arte di mauro focardi poeta pittore
camminare sull"oggi,danzare sul domani, aprire il cassetto dei sogni rimasti,scoprire emozioni....e se l,anima pulsa allora stai aspirando arte. mauro focardi
la reina di pablo neruda
io te he nombrado reina.hai màs altas que tu mòs altas.haymàs puras que tu, mòis puras.hay màs bella que tu mòs bellas.pero tu eres reina.cuando vas por las calles nadie te reconoce.nadie ve tu corona de cristal, nadie mira la alfombra de oro rojo que pisas donde pasas, la alfombra que no existe. y cuando asomas suenan todos los rios en mi cuerpo,sacuden el cielo las campanas, y un himmo llena el mundo. solo tu y yo, sol tu y yo,amor mio, lo escuchamos, pablo neruda tuute le opere poesia nuov accademia
il saluto al manichino che se ne va
scultura mobile legno olio
a lo solange
..è ora di trovare un posto dove poterci scambiare silenzio. Ho chiaccherato senza posa, in sale insegnanti,corridoi,ristoranti.quando non ci sei continuo a conversare nella mente.E anche questa poesia ha trentasette parole di troppo. eunice de souza da l,india dell,anima
la bocca arida di lalla romano scrittrice e pittrice da giovane é il tempo enaudi
noi andavamo leggeri una notte d,estate per un fresco giardino?la tu mano ho sfiorato o una foglia? la tua bocca o lasciato o un frutto umido e dolce? non so se ho bevuto il silenzio delle piante noturne o il tuo amoroso silenzio.la tua mano mi salutò tra le piante ma era la falce di luna che tramontava lontano. lalla romano
e no! vingari
e no! se fosse ancora amore? non ce più tempo,aspetto che i pennelli non dipingano più e non sappiano cercarti e qua nello studio sono felice ,ora,oggi.anche solo.in questa atmosfera serale.
vento all,angolo della strada di julio cortazar
rompiti piccolo vento della sera,in piena faccia.odori di banana,di fiume blando,di ponte,gatto rotondo di terrazza,barilotto celeste,compare come passero. soffi perche ti va di soffiare,perche sei cosi,te sei te. mi strappi la sciarpa,mi schiaffeggi il berretto.e i fiori te li fischi,e le guardie le fai pensare alla pensione,stupendo.
studio per te olio

tavoletta
rio de jianerio luglio vingari
il pan di zucchero, come un amico saluta, il volto stanco dagli occhi verdi e tristi,che senso ha il dorato degli alberi,il fortino come un fiore nuovo nella laguna,quando il cuore e senza meta,e la mente senza luce? tu amore di un,ora vorrai dormire nella notte sul mare?
l,antica baren arabia
mani nere,nella poca roba,frugano alla dogana, ma nulla puo togliermi,le tue lettere, mai giunte, i tuoi baci, mai dati, il tuo corpo mai avuto, i tuoi sguardi assenti, e vorrei averti saputo amare meglio. 1 versione vingaribbo.

personale

coll personale
san francisco ricordi
non in sogno,volo tra le nuvole tra i volti e senza conoscerti le tue mani ,ora tra le mie nel guardare le luci dalla terra,come colori di una tavolozza luccicante, sconosciuta mi lasci i tuoi occhi neri? vingaribbo 2 versione
mamma

30x40
viaggio africano impresioni olio cornice invasa 3

40x50
amici lucio e avanagana di radio montecarlo

mostra anguria
il ritorno citta del capo sud africa, senza tempo
l,ansia nell,aurora del mattino,tra vulcani filippini,mi acconpagna ,con la nave e la scia della barca,come una ruga,anziana fruga nei ricordi,non mi basta la pianura d,acqua davanti,l,atmosfera, i moribondi silenzi rotti dal canto dei gabbiani sono in un deserto di fuoco, in una struggente nostalgia..di te?
gente vingaribbo singapore
quanta gente al bar,tu nell,angolo buio. a volte sorridi ma non a me.i tuoi occhi a mandorla quardano alla stessa ora,non oso dirti ,parlarti,tu ed io, anche oggi che non fiancheggi l,amica inutile non oso battere alla tua porta. vingari singapore
happy new year julio cortazar
guarda non chiedo molto solamente la tua mano.tenerla, come una piccola rana che dorme contenta.io ho bisogno di questa porta che aprivi perche vi entrassi, nel tuo mondo, questo pezzetto di zucchero verde,di tonda allegria,non mi presti la mano questa notte di civette rauche?tu per ragioni tecniche non puoi,allora io tesso nell,aria ordendo ogni dito.e la pesca setosa della palma e il dorso,questo paese d,alberi azzurri.cosi la prendo cosi la sostengo come se cio dipendesse moltissimo del mondo.il succedersi delle stagioni,il canto dei galli.l,amore degli uomini.
ricordi di navigazioni e di addii olio su tela

colezzione f.pola
manichini olio su tela

lo
amiche e maschera sepik borneo
amiche
con maschera malinke

maschera bateke

con maschera zaire

mosaico

in studio

jazz in grande

san giorgio 2 studio

olio masonite
schiuma di mare

olio masonite
jazz!!!!!

a mio padre e mamma che viaggino liberi anche nei pensieri

marilena 4

olio su tela
lla macchina dei sogni olio

masonite
venezia che fu

olio su tela
autoritratto surreale e il tempo che se ne va....

olio su tela
mao e i suoi folletti gioiosi

olio su tela
ieri

olio su masonite
la vita va olio su compensato 2

arte

in studio con manichino che ora non cè piu

ritratto di lo collezione personale

olio su masonite

verrà la morte e avrà i tuoi occhi cesare pavese
verrà la morte e avra i tuoi occhi questa morte che ci accompagna da mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. i tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio. cosi li vedi ogni mattina quando su te sola ti pieghi nello specchio. o cara speranza,quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla. per tutti la morte ha uno sguardo,verrà la morte e avrà i tuoi occhi. sarà come smettere un vizio, come vedere nello specchio riemergere un viso morto, come ascoltare un labbro chiuso,scenderemo nel gorgo muti. cesare pavese poesie enaudi editor nue